Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
Карло Коллоди
Анелия Ивановна Каминская
Легко читаем по-итальянски
В книгу вошел сокращенный и упрощенный текст знаменитой сказки Карло Коллоди (1826–1890) «Приключения Пиноккио», повествующей об удивительных приключениях деревянного мальчика. Текст сказки сопровождается комментариями и упражнениями на понимание прочитанного, в конце книги расположен словарь, облегчающий чтение. Книга может быть рекомендована всем, кто продолжает изучать итальянский язык (уровень 2 – для продолжающих нижней ступени).
Карло Коллоди. Приключения Пиноккио / Carlo Collodi. Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
© ООО «Издательство АСТ», 2015
© А. И. Каминская, подготовка текста, комментарии, упражнения и словарь, 2015
1. Come and? che Maestro Ciliegia, falegname, trov? un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino
C’era una volta[1 - C’era una volta – жил да был] un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, che d’inverno si mettono nelle stufe per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.
Non so come andasse[2 - Non so come andasse – не знаю, как так вышло], ma un bel giorno questo pezzo di legno capit? nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome Mastr’Antonio, se non che[3 - se non che = sennonchе] tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via[4 - per via – из-за] della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.
Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegr? tutto; e borbott? a mezza voce:
– Questo legno ? capitato a tempo[5 - a tempo – вовремя]; voglio fare una gamba di tavolino.
Detto fatto[6 - Detto fatto – сказано – сделано], prese subito l’ascia arrotata per cominciare a levargli la scorza e a digrossarlo; ma quando fu l? per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria, perchе sent? una vocina sottile sottile, che disse raccomandandosi:
– Non mi picchiar tanto forte!
Figuratevi come rimase quel buon vecchio di maestro Ciliegia!
Gir? gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina, e non vide nessuno! Guard? sotto il banco, e nessuno; guard? dentro un armadio che stava sempre chiuso, e nessuno; guard? nel corbello dei trucioli e della segatura, e nessuno; apr? l’uscio di bottega per dare un’occhiata[7 - dare un’occhiata – взглянуть / поглядеть] anche sulla strada, e nessuno. O dunque?…
– Ho capito; – disse allora ridendo e grattandosi la parrucca – si vede che quella vocina me la sono figurata io[8 - si vede che quella vocina me la sono figurata io – очевидно, он мне просто показался]. Rimettiamoci a lavorare.
E ripresa l’ascia in mano, tir? gi? un solennissimo colpo sul pezzo di legno.
– Ohi! tu m’hai fatto male! – grid? rammaricandosi la solita vocina.
Questa volta maestro Ciliegia rest? di stucco, con gli occhi fuori del capo per la paura, con la bocca spalancata e con la lingua gi? ciondoloni fino al mento, come un mascherone da fontana.
Appena riebbe l’uso della parola, cominci? a dire:
– Ma di dove sar? uscita questa vocina che ha detto ohi?… Eppure qui non c’? anima viva. Che sia per caso questo pezzo di legno che abbia imparato a piangere e a lamentarsi come un bambino? Questo legno eccolo qui; ? un pezzo di legno come tutti gli altri, e a buttarlo sul fuoco… Se c’? nascosto qualcuno, tanto peggio per lui.
E cos? dicendo, agguant? con tutte e due le mani quel povero pezzo di legno, e si pose a sbatacchiarlo senza carit? contro le pareti della stanza.
Poi si messe in ascolto[9 - si messe in ascolto – начал / стал слушать], per sentire se c’era qualche vocina che si lamentasse. Aspett? due minuti, e nulla; cinque minuti, e nulla; dieci minuti, e nulla!
– Ho capito; – disse allora arruffandosi la parrucca – si vede che quella vocina che ha detto ohi, me la sono figurata io! Rimettiamoci a lavorare.
E perchе gli era entrata addosso una gran paura, si prov? a canterellare per farsi un po’ di coraggio.
Intanto, posata da una parte l’ascia, prese in mano la pialla, per piallare e tirare a pulimento il pezzo di legno; ma nel mentre che lo piallava in su e in gi?, sent? la solita vocina che gli disse ridendo:
– Smetti! tu mi fai il pizzicorino sul corpo!
Questa volta il povero maestro Ciliegia cadde gi? come fulminato. Quando riapr? gli occhi, si trov? seduto per terra.
Il suo viso pareva trasfigurito, e perfino la punta del naso, di paonazza come era quasi sempre, gli era diventata turchina dalla gran paura.
2. Maestro Ciliegia regala il pezzo di legno al suo amico Geppetto, il quale lo prende per fabbricarsi un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali
In quel punto fu bussato alla porta.
– Passate pure, – disse il falegname, senza aver la forza di rizzarsi in piedi.
Allora entr? in bottega un vecchietto tutto arzillo, il quale aveva nome Geppetto; ma i ragazzi del vicinato lo chiamavano col soprannome di Polendina, a motivo della sua parrucca gialla, che somigliava moltissimo alla polendina di granturco.
Geppetto era bizzosissimo. Guai a chiamarlo Polendina! Diventava subito una bestia, e non c’era pi? verso di tenerlo.
– Buon giorno, mastr’Antonio, – disse Geppetto. – Che cosa fate cost? per terra?
– Insegno l’abbaco alle formicole.
– Buon pro vi faccia.
– Chi vi ha portato da me, compare Geppetto?
– Le gambe. Sappiate, mastr’Antonio, che son venuto da voi, per chiedervi un favore.
– Eccomi qui, pronto a servirvi, – replic? il falegname, rizzandosi su i ginocchi.
– Stamani m’? piovuta nel cervello un’idea[10 - m’? piovuta nel cervello un’idea – мне пришла в голову одна мысль].
– Sentiamola.
– Ho pensato di fabbricare un bel burattino di legno: ma un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino: che ve ne pare?
– Bravo Polendina! – grid? la solita vocina.
A sentirsi chiamar Polendina, compar Geppetto divent? rosso come un peperone dalla bizza, e voltandosi verso il falegname, gli disse imbestialito:
– Perchе mi offendete?
– Chi vi offende?
– Mi avete detto Polendina!..